top of page
  • Giulia Resta

Hiram Bingham e la città perduta degli Inca

Hiram Bingham, l’esploratore che riscoprì l’antico sito archeologico di Machu Picchu e ne rivelò al mondo l’esistenza

Machu Picchu, in Perù (Wikimedia Commons)


Il 19 novembre 1875 nacque a Honolulu, nelle Hawaii, Hiram Bingham, esploratore, professore universitario, archeologo e politico statunitense. Nipote e figlio di missionari protestanti, i genitori lo iscrissero prima alla Phillips Academy di Andover, poi all’Università di Yale e infine all’Università di Berkeley. Nel 1905 ottenne un dottorato ad Harvard dove iniziò a lavorare come professore di storia e politica, spostandosi successivamente a Princeton.

 

In seguito al dottorato si interessò alla storia degli Inca: in primis visitò le rovine della città precolombiana di Choquequirao, mentre nel 1911 organizzò una spedizione alla ricerca della città di Vilcabamba, ultimo villaggio inca usato come rifugio dalla conquista spagnola nel 1532, spedizione che si concluse con la grande e inaspettata scoperta di Machu Picchu, sito archeologico in Perù.

 

Dopo solo qualche giorno dall’inizio della spedizione, Bingham e il suo gruppo si imbatterono nella popolazione locale a cui chiesero se fossero a conoscenza di antiche rovine nelle vicinanze: fu così che un contadino indigeno li indirizzò verso Machu Picchu, città con un’architettura e un’ingegneria spettacolari che fino a quel momento era completamente sconosciuta.

Bingham avviò così una serie di studi e di scavi archeologici nel sito: negli anni a venire organizzò altre spedizioni durante le quali sottrasse circa 46 mila reperti archeologici. Di questi solamente 300 furono restituiti, mentre gli altri sono conservati in prestigiosi musei, come ad esempio il British Museum e il Museo del Louvre.

 

Grazie a Bingham le rovine di Machu Picchu sono diventate uno dei siti archeologici più visitati e conosciuti al mondo. In realtà però non fu lui il primo a scoprirne l’esistenza, ma Augusto Berns, archeologo e avventuriero tedesco, che nel 1867 si era imbattuto nelle rovine di Machu Picchu prelevando dei reperti che poi riuscì a rivendere. Bingham però fu il primo a comprenderne l’importanza e a rivelarne l’esistenza, rendendo il mondo intero consapevole dell’esistenza di questo meraviglioso sito.

 

Dal 1983 Machu Picchu è dichiarato dall’UNESCO patrimonio culturale e naturale dell’Umanità e rappresenta uno dei maggiori simboli dell’impressionante architettura e ingegneria dell’impero Inca.

Chiamata la città perduta degli Inca, Machu Picchu è una delle sette meraviglie del mondo, e il suo fascino risiede nella vista mozzafiato su tutta la valle, nell’ubicazione in cima a una montagna, nei monumenti sontuosi e nella fama di città dimenticata e perduta.

 

Secondo alcuni esperti cinematografici fu proprio Hiram Bingham a ispirare George Lucas e Steven Spielberg per la creazione del celebre personaggio cinematografico di Indiana Jones, il famoso archeologo con la frusta. Sono tanti i personaggi, sia storici che immaginari, a cui Indiana Jones può essere ispirato, ma George Lucas confessò che il film che maggiormente lo ispirò fu “Il segreto degli Incas”, pellicola del 1954 girata anche a Cusco e Machu Picchu, luoghi che ci rimandano subito a Bingham.

 

Nel libro che racconta della sua sensazionale scoperta Bingham scrive:

“D’un tratto mi fermai davanti alle mura di una rovina e a case costruite secondo le più alte vette dell’arte inca. Le pareti erano difficili da vedere, perché gli alberi e il muschio ne avevano coperto le pietre da secoli. Ma all’ombra del bambù, scavalcando gli arbusti, si potevano vedere muri in blocchi di granito bianco, tagliato con altissima precisione. Trovai splendidi templi, palazzi reali, una grande piazza e migliaia di case. Mi sembrava di star sognando”.

bottom of page