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  • Chiara Leporati

Il quartiere Coppedè a Roma

Il quartiere Coppedè a Roma: un angolo fiabesco nel quartiere Trieste

(foto da commons.wikinedia.org)


Un angolo fiabesco della Capitale sorge nel quartiere Trieste e vi si accede grazie a un ingresso inconfondibile. Da un grande arco, da cui pende un lampadario, si entra nel cuore del noto quartiere Coppedè.


Questa è sicuramente una delle zone più affascinanti di Roma che prende il nome di “quartiere” pur non essendolo realmente. Fu così definito dall’architetto che lo progettò e che gli diede il nome: Gino Coppedè.


Il quartiere nasce, sotto il sindaco Ernesto Nathan, sul piano regolatore del 1909. La prima presentazione del progetto si ebbe nel 1916. È dell’anno successivo la richiesta da parte della commissione edilizia di conferire al quartiere un’impronta romana. Gino Coppedè, così, inserisce il tema dall’Antica Roma, con cornici e modanature (della Roma Imperiale) e il grande arco che richiama quelli di trionfo nel Foro. 


L’area si trova nel quartiere Trieste e rappresenta un angolo fiabesco della Capitale. L’ingresso è un arco in via Tagliamento, dal quale scende un grande lampadario in ferro battuto, che conduce direttamente a Piazza Mincio attorno alla quale sono disposti diciassette villini e ventisei edifici. 


Ci si immerge così in un’atmosfera da primo Novecento con la Fontana delle Rane che troneggia al centro della piazza. Di tutti gli edifici quelli più rappresentativi e riccamente decorati sono la Palazzina del Ragno e il Villino delle Fate. 


(foto da commons.wikinedia.org)


La prima di ispirazione assiro-babilonese si contraddistingue per la presenza di un ragno di notevoli dimensioni sulla facciata, il secondo, invece, è composto da marmi, vetri, travertino, laterizi e terracotta. Insomma un bel mix di materiali. 


Nonostante Gino Coppedè lavori in piena età Liberty, il suo è uno stile estremamente eclettico in cui si notano infiltrazioni di arte greca, romana, gotica, barocca e anche medievale. 



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