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  • Giulia Resta

Salvador Dalì. The Greatest Painters of the World

Artista eccentrico e personaggio turbolento, pittore preciso e instancabile, Salvador Dalì è il principale esponente del Surrealismo e uno dei più grandi artisti del Novecento

“Natura Morta (Still Life)”. Salvador Dalì. Olio su tela. 1926. Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia (foto G. Resta).


Uno degli episodi della serie tv “The Greatest Painters of the World”, disponibile nel catalogo Netflix, è dedicato al pittore surrealista Salvador Dalì. Diretto da Ralf Liderman e Jaques Vichet, e prodotto da TV Media Network, il docu-film esplora la vita e la carriera dell’artista e ci guida alla scoperta dei suoi capolavori, accompagnati dalle parole di due grandi esperti d’arte, Montse Aguer (Direttrice - Fondazione Gala-Salvador Dalì, Figueres-Spagna) e Jordi Artigas (Coordinatore - Museo Dalì di Portlligat, Spagna).

 

Salvador Dalì nasce l’11 maggio 1904 a Figueres, in Spagna, ed è considerato il principale esponente della corrente del Surrealismo, nonché uno dei più famosi artisti del Novecento.

Dalì è un artista a tutto tondo, è conosciuto non solo per i suoi celebri dipinti, ma anche per i disegni e le fotografie, le sculture e i gioielli, i libri e i film: oltre che pittore, infatti, è stato anche scultore, disegnatore, sceneggiatore, scrittore, cineasta e fotografo.

 

Figura importante ed eccentrica della storia dell’arte, le tematiche principali delle sue opere sono l’amore, il sogno, la follia e la liberazione dell’individuo, tematiche proprie del movimento surrealista. Il surrealismo è infatti un movimento d’avanguardia del XX secolo che mette in luce un nuovo modo di vedere la realtà enfatizzando il surreale e che, dando spazio all’azione dell’inconscio e dei sogni, cerca di esprimere una realtà altra, una realtà esterna a quella che conosciamo e che viviamo quotidianamente. Le opere surrealiste sono caratterizzate dall’utilizzo dell’elemento enfatico, delle immagini oniriche e dell’atmosfera metafisica, di ambientazioni e paesaggi misteriosi, di creature inquietanti e forme fantasiose, prediligendo le associazioni casuali e gli elementi contraddittori.

 


“L’homme invisible (The Invisible Man)”. Salvador Dalì. Olio su tela. 1929-1932. Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia (foto G. Resta).


Il docu-film è un viaggio nella vita artistica di Salvador Dalì attraverso le sue opere più importanti. Influenzato fin da giovane dal movimento impressionista, per creare un suo personale stile attinse anche dal cubismo e dal puntinismo, e al tempo stesso dalla pittura classica: spianò la strada all’arte contemporanea e al contempo rimase molto fedele alla tradizione pittorica classica e ai grandi maestri, in particolar modo Raffaello e Vermeer.

 

Consapevole del proprio genio, fu un artista molto fantasioso e provocatore, con tendenze al narcisismo e alla megalomania, caratteristiche non solo della sua personalità ma anche e soprattutto dei suoi lavori. I temi più ricorrenti nelle sue opere d’arte sono senza dubbio la sessualità, tema complesso e problematico per Dalì, la scienza, in particolar modo legata all’immortalità, altro tema a lui molto caro, e la fede, specialmente quella cattolica, a cui si avvicina in un momento della sua vita e che tende a rappresentare mescolandola alla sua visione scientifica e nucleare.

 

Il film esplora anche la sua vita privata che gira attorno a un’unica importante figura: Gala, la sua compagna, sua unica modella e principale fonte di ispirazione per Dalì. Gala non solo supportava e sosteneva il pittore, ma prese anche parte al movimento surrealista, diventando una delle poche donne attive all’interno del movimento.

 

Durante la visione del docu-film, abbiamo modo di capire come Dalì non si limitò alla sola pittura per esprimere la sua arte e il suo genio, ma sperimentò diverse forme d’arte: passò dai dipinti ai disegni, dalle sculture alle incisioni, dagli allestimenti agli ologrammi, dalle stereoscopie alle fotografie, creando anche delle sculture-gioiello e degli importanti oggetti surrealisti.

 

Insieme a Salvador Dalì, Renè Magritte, Max Ernst e Joan Mirò furono i principali esponenti del surrealismo, ma solamente Dalì con la sua energia, la sua vitalità e la sua provocazione ebbe un impatto decisivo sul movimento surrealista, dando una notevole spinta al movimento. Tuttavia la figura dell’artista rimase molto controversa tra i critici d’arte e gli storici, al punto da non includerlo sempre nelle classificazioni degli artisti moderni, al contrario degli altri rappresentanti del movimento.

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