Giuseppe Fiorelli, archeologo e numismatico italiano del XIX secolo, ideatore della tecnica dei calchi in gesso

Calco di uomo seduto con mano sul volto conservato nei Granai del Foro a Pompei (da Wikimedia Commons
L’8 giugno 1823 nasce a Napoli Giuseppe Fiorelli, archeologo e numismatico italiano del XIX secolo, noto per essere l’ideatore della tecnica dei calchi in gesso e il più importante archeologo che operò a Pompei nell’Ottocento.
Figlio di Teresa Giannettini e Gaetano Fiorelli, cresce in una famiglia agiata, condizione che, in giovinezza, gli permette di dedicarsi ai suoi studi e alla sua formazione. Iniziò a studiare giurisprudenza, ma passò ben presto allo studio della numismatica, ottenendo ottimi risultati e iniziando a lavorare come numismatico e archeologo.
La sua attività archeologica si concentra particolarmente sugli scavi di Pompei: dal 1847 infatti fu ispettore ordinario e dal 1860 direttore degli scavi di Pompei. Fu senza dubbio una delle personalità più importanti nel mondo dell’archeologia pompeiana e concepì un nuovo metodo di scavo che rappresentò una vera e propria rivoluzione per Pompei negli anni dell’Unità d’Italia.
Innanzitutto con Fiorelli si assiste a un cambiamento radicale nella gestione degli scavi: l’archeologo napoletano optò per uno scavo sistematico, cioè uno scavo secondo il metodo stratigrafico, metodo che permetteva di non rischiare di distruggere ciò che veniva recuperato e di procedere con criterio secondo un programma di scavo e di restauro. Lo scavo stratigrafico infatti prevedeva di rimuovere strati di terreno rispettando la successione cronologica, procedendo per unità stratigrafiche tra loro sovrapposte.
Fiorelli inoltre riorganizzò l’area archeologica di Pompei, suddividendola in regiones e insulae, al fine di potersi muovere meglio alla ricerca di reperti e oggetti preziosi, e introdusse la tecnica dei calchi in gesso. La tecnica dei calchi in gesso, che permise di recuperare oggetti di vita quotidiana e informazioni preziose, consiste nel riempire con del gesso liquido le cavità lasciate dai corpi delle vittime nella cenere e, una volta che il gesso si è solidificato, si rimuove il terreno circostante per portare alla luce la forma ottenuta.
Ma la rivoluzione di Fiorelli non si fermò qui. Decise in seguito di aprire gli scavi archeologici al pubblico: istituì un biglietto di ingresso che permetteva a tutti di entrare a visitare gli scavi e creò un vero e proprio parco archeologico.
Nel periodo in cui si dedicò agli scavi di Pompei, precisamente dal 1861 al 1879, fece realizzare un plastico in sughero dell’antica città di Pompei, che è attualmente esposto al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Inoltre fonda il Museo Nazionale di San Martino e la Scuola Archeologica di Pompei.
Giuseppe Fiorelli passò gli ultimi anni della sua vita a Napoli, iniziando a scrivere le proprie memorie, abbandonandone ben presto la stesura. Morì nel gennaio del 1896 a Napoli.
La città di Lucera gli ha intitolato il Museo Civico, museo di Archeologia Urbana, istituito nel 1905.
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